Designer
De Mura è un contenitore culturale, una fucina di idee, un laboratorio sperimentale nel quale confluiscono progettisti di diversa estrazione e cultura.
Giovani architetti e designer ai quali viene concessa la grande opportunità di dare un contributo al processo evolutivo del design moderno attraverso varie modalità di pensiero: partendo dal recupero di una tradizione popolare, rurale, contadina, dalla quale vengono mutuati materiali e forme (come nel caso degli architetti Piero Guadagno e Stefano Cibelli, che con la libreria Press, in particolare, hanno voluto tributare un omaggio ad un’ immagine sedimentata della memoria contadina pugliese: la macina del frantoio);
o rivisitando l’abusato minimalismo per arricchirlo delle ridondanze tipiche di una certa sapienza artigianale (direzione nella quale si muove il giovane architetto napoletano Raffaele Di Vaio, che con l’etagère Trama riporta in superficie un espediente tipico dell’ebanisteria italiana come la “coda di rondine”, trasformandolo non solo in elemento decorativo, ma anche in elemento strutturale);
oppure puntando sulla commistione dei materiali e sulla reinterpretazione delle forme in relazione agli spazi (come si evince dai progetti delle giovanissime Maria Nitti e Concetta Pellicciari, architetti cresciute in casa De Mura, con la passione dello spazio che si compone e si scompone in continuazione, come nel caso della scrivania Prospettica, che da apparente corpo monolitico si trasforma in un moltiplicatore di oggetti: dal leggio al portapenne, dal piano di scrittura al contenitore per le carte).
E insieme a tutti loro, in uno spazio e in un tempo condiviso, Ugo La Pietra, architetto, designer artista, da sempre sperimentatore di tutte le arti, in particolar modo di quelle visive.
Con le sue attitudini, Ugo La Pietra ha dato un contributo notevole alla caratterizzazione del processo De Mura, dimostrando, attraverso la sua progettazione, come sia possibile essere interpreti di un linguaggio che non è solo quello del designer o solo quello dell’artista, ma che, avendo in sé le peculiarità di entrambi, si propone quale linguaggio unico, innovatore, universale. Trionfa l’arte trasfigurandosi in design , senza rinnegare se stessa.
Si esalta il design, riscoprendo suggestioni artistiche delle quali si intride, e questa interdisciplinarità, nella produzione De Mura, si completa e si esalta con “Armonico”, il primo mobile al mondo in grado di “parlare” un linguaggio tutto suo.
Disegnato dall’artista Licia Galizia, la cui ricerca è caratterizzata da un continuo riferimento a problematiche estetico-concettuali che ruotano intorno alla percezione e alla comprensione dello spazio-tempo, Armonico è stato prodotto anche grazie alla collaborazione con il CRM (Centro Ricerche Musicali) di Roma, diretto dal maestro Michelangelo Lupone e dalla musicista Laura Bianchini.
È al CRM che si deve l’implementazione, all’interno di questo mobile credenza, della partitura musicale che diventa la sua vera anima.
Una partitura musicale che si attiva nel momento in cui la superficie d’acciaio, che costituisce la parte superiore del mobile, riceve delle sollecitazioni vibrazionali che permettono alla musica di essere propagata direttamente dalla materia e di essere di volta in volta diversa, subendo la materia stessa delle modificazioni al variare di tutta una serie di condizioni, tra cui quelle ambientali.
La Scultura
La Storia del Design
La Musica
